Patrono di Monteroni è Sant’Antonio, festeggiato solennemente la prima domenica di agosto. Si festeggia in questa data perché nel XVII secolo il 13 giugno era considerato estivo e non si lavorava. Poiché i contadini di Monteroni in quel periodo erano impegnati con la mietitura, la festa fu spostata nella seconda domenica di agosto. Verso la fine del XVIII secolo Pietro Putignano, commerciante di Monteroni, donò alla comunità una preziosa statua d’argento del Santo. Dal momento che Pietro, ricco possidente, non era riuscito ancora a smaltire l’intero quantitativo di olio presente nei depositi, fece voto che avrebbe donato alla comunità una statua d’argento se il Santo lo avesse aiutato a vendere il prodotto. Proprio mentre pronunciava queste parole, si presentarono alcuni compratori che ordinarono tutto l’olio che possedeva. La statua, di pregevole fattura, fu fatta costruire dai migliori argentieri napoletani. Il 4 dicembre 1876 sei malviventi rubarono la statua del Santo, con l’intenzione di fonderla e ricavarne l’argento. Mentre fuggivano a piedi verso Lecce, oltrepassato l’incrocio per Arnesano, la statua divenne pesantissima e furono obbligati a fermarsi ed abbandonarla sul ciglio della strada. Indispettiti portarono via la statuetta di Gesù Bambino ed il giglio. I ladri fecero un patto di sangue: giurarono solennemente che l’ultimo a morire avrebbe dovuto confessare il furto. In un primo momento fu incolpato Vincenzo Cappello, ex custode della Chiesa, rimasto in carcere per sei mesi. Quando fu accertata la sua estraneità al fatto, venne rimesso in libertà- il 21 settembre 1903 si seppe come andarono realmente i fatti. Poco prima di morire, Giuseppe Corallo, ultimo testimone, nominò i complici dell’insano gesto. Grande fu lo stupore dei monteronesi quando seppero che l’organizzatore del colpo fu Frate Angelo Bisconti, accompagnato da Bernardo e Floriano Vernaleone, Francesco Podo e Francesco Zazzari da Francavilla.
Pagina aggiornata il 08/02/2023